mercoledì 30 ottobre 2013

E la Germania ingrassa...

Ma se tutti ci rimettono, allora perchè stare nell'Euro? Beh perchè ovviamente per molti che ci rimettono, c'è qualcuno che ci guadagna : la Germania.
Quello tedesco è un paese con un sistema industriale profondamente strutturato, e grandi capacità di investimento, e l'euro gli ha garantito vantaggi sotto due profili differenti :

1- INVESTIMENTI NEL DEBITO PUBBLICO ESTERO IN ZONA EURO : Come abbiamo visto qui uno dei cambiamenti portati dall'ingresso nell'Euro è la liberalizzazione dei mercati finanziari, con conseguente decadenza del controllo quantitativo dello stato sull'acquisto da parte di paesi esteri di titoli di debito pubblico. Cio significa che tutti i paesi della zona Euro possono partecipare liberamente alle aste dei titoli di stato senza particolari calmieri.
In più c'è da fare un altra considerazione: Investire nei titoli di stato dei paesi economicamente e finanziariamente meno forti (Ad esempio Spagna ed Italia) assicura tassi di interesse più alti. Questo un tempo era giustificato dal fatto che i paesi in questione avevano la possibilità di svalutare la propria moneta, e quindi vanificare i profitti attesi dagli investitori. Ma con l'euro che fissa il cambio e rende impossibile svalutare questo rischio viene azzerato. Quindi acquistando ad es. titoli di stato Italiani, si avranno rendimenti più alti, ma al contempo si avrà l'assicurazione di rientrare dell'investimento perchè il rischio di svalutazione è azzerato.

2- INVESTIMENTI NEL SETTORE DEL CREDITO PRIVATO : La già citata liberalizzazione dei mercati finanziari consente inoltre ai paesi che aderiscono all'unione monetaria di inserirsi nel mercato del credito privato aprendo filiali di banche per il credito al consumo, consentendo alle aziende nazionali di indebitarsi all'estero. In paesi come ad esempio Italia e Spagna , che di capitali ne avevano bisogno eccome si è visto un iniziale beneficio, i consumi sono aumentati, il pil è cresciuto, finchè qualcosa non si è inceppato. Già perchè la crescita registrata era solo illusoria, gonfiata , drogata, e ad un certo punto l'esposizione debitoria in particolare del settore privato è diventata tale da essere insostenibile se non alimentata da altri debiti. Una spirale viziosa. Ma i creditori esteri cominciano ad accorgersi che qualcosa non va, cominciano a stringere le cinghie del mercato finanziario, con richieste di restituzione prestiti sempre più pressanti e interessi richiesti sempre più insostenibili.

Il sistema del credito privato va in crisi, e va in crisi anche il sistema bancario italiano. Questo genera un effetto domino, le aziende in difficoltà con le esportazioni a causa del cambio fisso e strozzate dagli interessi chiudono, sale la disoccupazione, le persone che avevano debiti finanziari aperti per i beni di consumo hanno sempre più difficoltà a farvi fronte. Il paese va in contro ad un processo di deindustrializzazione, e di "colonizzazione industriale", dove gli stessi che inizialmente avevano prestato i soldi (i Tedeschi di turno) in questo momento comprano le aziende in difficoltà finanziaria, in questo modo tali aziende genereranno reddito e PIL per il loro paese di provenienza, cioè la Germania Deve quindi intervenire lo stato per salvare il sistema industriale e bancario dal collasso. E si finanzia emettendo nuovi titoli di stato, nuovo debito pubblico. Ma il paese nel frattempo è entrato in recessione, il PIL cala, mentre il debito pubblico sale. I nostri titoli di stato sono considerati sempre più "inaffidabili" macchiati dallo specchio di un default finanziario del paese, siamo costretti quindi a pagare interessi sempre più alti sui titoli emessi, lo stato per farvi fronte è costretto a dismettere servizi (vedi tagli alla sanità) ed aziende partecipate dallo stato stesso, che (guarda un po il caso) saranno acquistate sempre dai paesi creditori....

Il resto deve ancora venire. Certo è che lo squilibrio portato dall'Euro sta scarnificando l'Italia e gli altri paesi del Sud Europa, e la permanenza in questa unione monetaria sta consentendo alla Germania di distruggere per  la terza volta in un secolo questo continente.

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